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Beati gli ultimi, un corno

Andrea Dovizioso dirà addio alla MotoGp il 4 settembre. Lo chiamano eterno secondo. Come quelli che hanno vinto 'solo' l'argento. Un vizio che va oltre lo sport

Tra un paio di domeniche a Misano, il 4 settembre al termine del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, Andrea Dovizioso dirà addio al Motomondiale dopo ventidue anni di corse. Un anno dopo Valentino Rossi, la MotoGp perderà un altro protagonista italiano: difficile paragonare i due, lontanissimi per carisma individuale e capacità di dettare l’agenda mediatica, e in fondo anche per le specificità in pista. Figurarsi poi in termini di risultati, ma il punto in questione, nelle righe che seguiranno, è proprio questo: quanto i risultati, e soprattutto i secondi posti, incidono sulla rappresentazione di una carriera?

Dovizioso, classe 1986, chiuderà la sua storia nel Motomondiale dopo due mezze stagioni (5 gare al rientro nel 2021, 14 nel 2022) sulla scalcagnata Yamaha del team satellite SRT, un ritorno agonisticamente triste y final dopo lo stop di inizio 2021 seguito al divorzio da Ducati, non solo e non tanto per demeriti suoi, ma non è questo che cambia la sua vicenda. Notoriamente, il romagnolo su Ducati ha chiuso per tre volte di fila al secondo posto nella classifica generale piloti della MotoGp, nel 2017 lottando seriamente per il titolo con Marc Marquez, quindi nel 2018 e nel 2019, senza effettive reali chance di centrare il bersaglio grosso, sempre contro lo stesso avversario che poi peraltro, sino a quando è stato bene, è stato il dominatore della MotoGp. Non solo: due volte, nel 2006 e nel 2007 in sella a una Honda, Dovizioso si è classificato secondo in 250, di nuovo dietro a un avversario spagnolo, in entrambe le stagioni lo stesso: Jorge Lorenzo. Di lì la nomea…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.