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Accenni di futuro

Quello che resta del Mondiale sul gioco, ma non in senso tattico: di recuperi monstre, tempo effettivo, fuorigioco semiautomatico, tecnologia varia ed eventuale

Non ci sarà mai più un Mondiale metropolitano di questo tipo, possiamo starne certi. Non ci sarà più un Mondiale a 32 squadre, e anche questo è un dato di fatto. Non ci saranno più Messi, Cristiano Ronaldo, Modric e chissà quanti altri. Ma c’è stato anche qualche accenno di futuro, in questo Mondiale, un futuro che andrà ridiscusso ma che può partire da basi che sono state già gettate. 

Minutaggio
Lo scorso aprile, dopo un intervento del presidente della FIFA Gianni Infantino a Firenze, alcune testate avevano scritto di un’ipotesi di allungamento strutturale del recupero sino ai 100 minuti per Qatar 2022, cosa che Infantino aveva smentito e che infatti si è puntualmente verificata, com’era stato in qualche modo anticipato da Pierluigi Collina alla vigilia del Mondiale. Abbiamo così assistito alla definizione di recuperi lunghissimi e a recuperi dei recuperi a volte non comunicati; in tanti vedono in questo i prodromi del tempo effettivo, del quale è lecito aspettarsi sperimentazione, sebbene di qui a introdurlo ce ne passi. Tra l’altro, al di là degli aspetti meramente tecnici che lo rendono ipotesi lontana (sostituzioni rituali e non volanti, necessità di cronometristi, dimensioni dei campi e delle pertinenze e bisogno di avere palle sempre a disposizione), i recuperi da 8 o 10 minuti rendono le gare a eliminazione diretta ulteriormente esaltant…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.