Tackle

Buffon, l’eroe disneyano

Mezze maniche e i guantoni, e quando si metteva la calzamaglia, sembrava uscito dalla matita di uno dei bravissimi disegnatori della Walt Disney che con i loro tratti fanno sognare i bambini di tutto il mondo

di Nicola Calzaretta

Gianluigi Buffon a 45 anni finiti ha detto stop con il calcio giocato. Parma, Torino, Parigi e il ritorno nella città ducale. Qui si chiude il cerchio dopo 28 anni di carriera ad altissimi livelli e record in quantità, compreso i 973 minuti senza subire gol in Serie A conquistato nel 2016. Fine della corsa, si scende. Chissà come avrà preso la notizia Alessandro Nista stavolta. Direte: chi è Nista? È il lungagnone portiere toscano classe 1965 che nella stagione 1995-96 fa il secondo di Luca Bucci al Parma. Definito incautamente il sosia di Zenga dopo i suoi esordi con il Pisa anni prima, il 5 novembre 1995 ha sostituito il titolare, medio degente a causa di un infortunio. Ha fatto il suo nella trasferta a Cremona, confida di poter davvero mettere in fila una decina di apparizioni prima del rientro del numero uno. E già pregusta la prossima sfida casalinga contro il Milan capolista, in programma il 19 novembre 95 al Tardini. Il Milan che gli ricorda Marco Van Basten che proprio a lui realizzò il primo e ultimo suo gol in Serie A. Adesso ci sono Weah, Simone, Boban e l’immenso Roby Baggio.

E invece dal cilindro di mister Nevio Scala ecco spuntare la sagoma di Buffon, anni 17, portiere della Primavera e terzo nella gerarchia interna. Ma come? Gioca il ragazzo di bottega? Lo pensa, ma non lo dice l’incredulo Nista. Che ha già capito come andrà a finire la storia. Anche perché il bimbone di Carrara quel pomeriggio che rimarrà in eterno negli almanacchi a segnarne il debutto in Serie A, fa il fenomeno. Lo fa perché lo è. Coraggio, tempismo, tecnica, carattere, personalità. Nei suoi primi novanta minuti con i grandi dà un primo assaggio di quello che sarà il suo repertorio. Ferma ogni assalto rossonero. Lo fa con quella normalità e sicurezza che può appartenere solo a quei portieri che alla mattina gli dicono di giocare e nel pomeriggio si vestono da Superman, semplicemente indossando i guanti e la divisa. Gioca con il numero dodici al suo esordio. È la prima stagione che in campionato le squadre utilizzano maglie con nomi e numeri fissi. Bucci ha l’uno, Nista ha preso il 26 (ohibò). Per lui c’è qu…