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Il caso Gomez è un assist alle leghe chiuse

Sanzioni nazionali a velocità diverse possono alterare le competizioni internazionali. E uno sport che si pone come prodotto d'élite non può permetterselo

Il caso doping relativo ad Alejandro Gomez (il Papu, per chi ama i soprannomi, ma non siamo in confidenza, quindi per serietà qui è Alejandro) è stato sviscerato, nell’ultima settimana, in maniera abbastanza chiara. Risale al periodo in cui giocava nel Siviglia, è stato recentemente notificato al Monza dalla Fifa tramite la Figc e la sentenza prevede la squalifica per due anni dall’attività sportiva. Scrive l’Ansa che «nei campioni biologici del calciatore è stata riscontrata la presenza di terbutalina, farmaco assunto per placare una crisi di broncospasmo nell’ottobre del 2022, quando il calciatore era tesserato per il Siviglia. La positività, spiega in una nota il Monza, è frutto di un’assunzione involontaria e la società si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali». Ognuno, convinto delle proprie ragioni, farà i propri passi. Sin qui, nessun problema: non siamo né innocentisti, né colpevolisti; ciò che sarà, sarà. Il problema è ciò che è stato.

E, cioè, il tempo che è passato dal ritrovamento delle tracce della sostanza nelle provette del calciatore. Parliamo di undici mesi fa, e da allora è successo di tutto, con Gomez che ha potuto giocare la stagione col Siviglia, il Mondiale con l’Argentina e passare al Monza, tornando anche ufficialmente in campo in Serie A. Ora, c’è chi ha scritto di trofei a rischio (non per Siviglia e Argentina, ma per il suo palmares), chi ha messo in dubbio la liceità della sua presenza e l’ha trafitto col sarcasmo e con un po’ di complottismo (Mourinho), chi ha evitato di tornare sul passato anche perché, comunque, non avrebbe senso (Allegri e la Juventus, contro cui Gomez giocò le semifinali di Europa League 2023, e che meritano un applauso per non avere neppure adombrato scemenze quali ripetere la sfida o riscrivere l’albo d’oro). In tutto questo, oggi un po’ tutti hanno scritto della canonica lentezza dell’iter dell’antidoping dell’agenzia spagnola, come fosse normale (e …

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.