focus_2Monografia

Gli azzurri e i rossi

La pallapugno è uno sport con più di cento anni di vita, praticato in Liguria e Piemonte e raccontato da Edmondo De Amicis in uno storico volume

La ghiaia. La ghiaia degli sferisteri, i campi da gioco della pallapugno, già pallone col bracciale – anche questo regolato dalla Federazione Italiana Pallapugno, affiliata al CONI dal 1981, che amministra una serie di sport sferistici – e o pallone elastico, è il retaggio di una tradizione ultracentenaria, di uno sport popolare, nel senso più intrinseco di questa parola, praticato in particolare nelle campagne liguri e piemontesi e con nobili antenati: dagli antichi romani agli albanesi, agli spagnoli.

E se la tradizione della pallapugno è sopravvissuta fino ai nostri giorni in Liguria e Piemonte, lasciandoci anche statue che raffigurano i campioni del passato, come quella di Augusto Manzo in piazza Monsignor Grassi ad Alba – vincitore di otto campionati dal 1932 al 1951 –, il pallone col bracciale ha vissuto grandi fasti in Toscana, piuttosto che nel Lazio e nelle Marche; proprio Manzo decise di lasciare la pallapugno per il pallone col bracciale, trasferendosi in Toscana, perché sport più remunerativo per gli atleti.

In realtà tutti gli sport sono nati come passatempo dell’aristocrazia, prima, e della ricca borghesia, dopo, e diventati solo in seguito popolari, considerando tutti i significati di questa parola, anche perché lo sport è legato al concetto di tempo libero che le classi meno abbienti hanno avuto molto più tardi, dividendo le loro giornate tra lavoro usurante e, per quel poco che rimaneva, riposo. Questo vale anche per la pallapugno che ha sempre avuto intorno an…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.