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La Champions alla rincorsa di sé stessa

Dalla scommessa di Hanot all’ultima riforma . La Coppa dei Campioni, rimasta uguale a sé stessa per trent’anni, nel 1991 ha iniziato a cambiare. Un mutamento continuo sempre alla ricerca della massimizzazione dei profitti

«Certo, l’idea di un Campionato del mondo, o almeno d’Europa, per club, più esteso, più significativo, e meno episodico della Mitropa Cup, e più originale di un Campionato d’Europa per squadre nazionali, merita di essere lanciata. Noi ci proveremo». Con queste parole, oggi più che mai significative, Gabriel Hanot, direttore del quotidiano francese L’Equipe, scriveva alla Fifa e alla neonata Uefa, annunciando la creazione di una nuova competizione: la Coppa dei Campioni d’Europa. In un periodo nel quale le coppe europee erano diventate una Babele calcistica, tra quella dell’Europa centrale, conosciuta come Mitropa Cup, la Coppa Latina, la Grasshoppers, e non c’era tutto il meccanismo di ranking e assegnazione dei posti come adesso. Inoltre, confermando la storica rivalità tra Francia e Inghilterra, l’idea di Gabriel Hanot voleva rispondere alla narrativa che i quotidiani inglesi facevano intorno al Wolverhampton Wanderers Football Club, considerato e descritto, oltremanica, come il club più forte del mondo dopo avere affrontato in amichevole, al Molineux, Borussia DortmundReal Madrid e la Honved, che negli anni Cinquanta componeva l’ossatura della Nazionale ungherese, Aranycsapat o se preferite Squadra d’Oro del calcio internazionale.

La prima edizione, che si disputa sotto l’egida dell’Uefa (spinta dalla Fifa a metterci il cappello, preoccupata che il progetto prendesse forma privatamente: vi ricorda qualcosa?), la quale nel 1955 istituisce la Coppa delle Fiere, poi Coppa Uefa, infine Europa League, vede la partecipazione di sedici squadre, su invito, declinato dai soliti inglesi che non ritenevano il torneo all’altezza del proprio blasone. Le squadre si confrontavano in partite di andata e ritorno con finale secca e così è stato dal 1955-56 al 1990-91. Il primo cambiamento importante avvenne già nel 1956, quando si permise alle seconde classificate nei rispettivi campionati di partecipare all’edizione successiva nel caso in cui il campione fosse anche vincitore della Coppa dei Campioni; cambiamento che durò fino al 1961, poi più niente. Per trent’anni, quindi, la coppa dalle grandi orecchie ha vissuto ere ed epop…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.