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Rossi ci sarà

Il numero ritirato, i monumenti, la memoria: d’accordo ricordare il passato, ma Valentino ci sta ancora insegnando qualcosa: una filosofia

L’ultima dedica gliel’hanno fatta a Pesaro, in settimana: la scultura di un casco, alta quattro metri, posizionata in piazzale D’Annunzio, a margine di un’area divertimento per bambini in cui, in una piazzola tra l’erba sintetica, è stato disegnato un microcircuito per minimoto giocattolo. “Un casco da leggenda” è il titolo dell’installazione, ed è straordinariamente pacchiana, ma pazienza: in giro per l’Italia c’è ben di peggio, e comunque è un modo abbastanza originale per onorare un fuoriclasse che tuttora, a ritiro avvenuto, ci sta insegnando qualcosa di molto importante. Cosa?

Non sono le installazioni (parlare di monumento è un’esagerazione), il numero ritirato dalla Dorna e il passato, ma una filosofia che porta avanti ormai dal 2017, da quando insomma non è stato più realmente competitivo per vincere un Mondiale e, anno dopo anno, si è dovuto sorbire le critiche di chi gli consigliava di smettere per tutta una serie di motivi diversi: per non rovinare il percorso di un mito, perché a una certa età è ora di farsi da parte, perché ormai la sua presenza pareva quella di un patetico sparring partner, perché ormai il tocco magico non ce l’aveva più, nell’ultimo anno anche perché era in sella a una Yamaha Petronas improponibile. E non è nemmeno finita con il ritiro dal Motomondiale, con i titoli e gli articoli più o meno irriverenti al suo debutto automobilistico nel GT World Challenge Europe a Imola, lo scorso aprile, per un errore ai box: i media e il pubblico, inevitabilmente, di Rossi hanno sempre parlato e straparlato. Di quelle ragioni, di quei motivi per i quali dovrebbe o …

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.