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Il boicottaggio dei maxischermi

Fuori tempo massimo ma con l'opportunismo di chi vuole lavarsi la coscienza, alcune città francesi hanno annunciato di non voler organizzare eventi per il prossimo Mondiale

Non fosse facile leggervi una certa ipocrisia, a dosi massicce peraltro, sarebbe comunque meglio che niente. Ma “è” niente, e dovrebbe anche fare arrabbiare, il boicottaggio dei maxischermi – chiamiamolo così – annunciato da alcune città francesi (hanno iniziato Strasburgo e Lille, alle quali si sono unite Marsiglia, Bordeaux, Nancy, Reims e infine Parigi) che hanno deciso di non organizzare eventi per promuovere il Mondiale in Qatar, per ragioni umanitarie ed ecologiche.

Nessuna fanzone, nessun evento, nessun maxischermo – ma sarà davvero così se dovesse la Francia arrivare fino in fondo? – nelle città i cui sindaci hanno preso parola per condannare le morti sul lavoro, le violazioni dei diritti umani e lo spreco energetico che faranno da corollario ai prossimi Mondiali. Tutto giusto, tutto tardivo: l’assegnazione della rassegna al Qatar risale al 2010 e, negli anni, tutto ciò che viene contestato al Paese era diventato chiaro a tutto il mondo. Indignarsi ora farebbe sorridere se non mettesse rabbia, perché pare null’altro che una reazione woke, in questo senso però fuori tempo massimo per incidere seriamente e sufficientemente opportunista per lavarsi la coscienza. Volendo essere spietati, si potrebbe anche instillare il dubbio che si tratti, oggi, di una presa di posizione che aiuta a nascondere anche un altro motivo: in un periodo di crisi energetica e aumento generalizzato dei costi dell’energia in Europa, evitare di sp…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.