Tackle

I trogloditi del tennis e gli appassionati di fiction

Lo sport può ricordare a tutti che – diversamente che al cinema – nella vita non c’è solo il lieto fine

di Guglielmo De Feis

Avere un’idea sul tennis diversa da quella di Adriano Panatta, significa quasi certamente averne una sbagliata. Secondo Panatta, Tiafoe e Sock sarebbero «due trogloditi del tennis» per non aver «rispettato», in una partita di doppio, Federer e Nadal. Sarebbero colpevoli, cioè, di aver giocato con inusitata cattiveria agonistica, e anche (forse, soprattutto), per non aver fatto giocare a Federer una facile volée sul match point della partita, permettendogli in quel modo di chiudere la sua leggendaria carriera con una vittoria invece che con una sconfitta.

Qualche anno fa, in occasione di un Torino-Juventus – con Buffon a tre soli minuti dal record di imbattibilità per un portiere, nella storia del campionato italiano – ascoltai l’opinionista, e grande ex calciatore Giancarlo Marocchi, sostenere prima della partita, che sarebbe stato giusto, e moralmente quasi doveroso, che i giocatori del Torino avessero rinunciato a giocare per i primi tre minuti al solo fine di consentire a Buffon di battere il record. Solo successivamente al conseguimento dello scopo, si poteva giocare – apertamente e con grinta – quella che sarebbe ridiventata, a quel punto, una partita normale.

Il parere tecnico su tennis e calcio di Panatta e Marocchi è indiscutibilmente di alto livello, ma quando parliamo di ciò che è giusto o ingiusto, oppure eticamente o moralmente superiore o inferiore, il discorso cambia: siamo nell’ambito dei valori soggettivi e possiamo – forse addirittura, dobbiamo – discuterne e, a quel punto, le carrie…