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Undici motivi per guardare Qatar 2022

Il Mondiale dovrebbe essere la massima espressione di uno sport, vedere le stelle all’opera, scoprire nuovi giocatori, appassionarsi a squadre underdog o al gioco proposto da allenatori che sanno guardare lontano

Guardando solo al lato sportivo di Qatar 2022, la domanda del perché guardarlo diventa quasi retorica, almeno per chi è stato iniziato al calcio proprio con un Mondiale. Perché guardarlo? Perché sì. Nel tempo un po’ del fascino della competizione si è perso e non, come pensano in molti, perché la manifestazione si è allargata ad altri Paesi, ma perché le nazionali in quanto tali sembrano sopportate e meno amate rispetto a un tempo e rispetto ai club. Il Mondiale dovrebbe essere la massima espressione di uno sport, vedere le stelle all’opera, scoprire nuovi giocatori – cosa sempre più difficile al tempo di Internet –, appassionarsi a squadre underdog o al gioco proposto da allenatori che sanno guardare lontano.

E se nell’altro pezzo abbiamo sottolineato i motivi, soprattutto legati ai diritti civili – a questo proposito vi segnaliamo un articolo assai imbarazzante –, per cui non guardare Qatar 2022, qui ci vogliamo soffermare su quelli, soprattutto sportivi, per cui vale la pena guardarlo, senza dimenticare cosa rappresenta il Qatar a livello geopolitico e sportivo e sperando che questa apertura al mondo, come accaduto in passato, possa smuovere qualcosa all’interno della sua società; anche se abbiamo espresso i nostri dubbi alla permeabilità di una monarchia assoluta e repressiva come quella qatariota.

CR7 e Messi. I due fenomeni degli ultimi vent’anni di calcio giocheranno il loro quinto e, crediamo, ultimo Mondiale. Hanno vinto tutto quello che potevano vincere meno che la Coppa del Mondo, il trofeo più importante e più ambito. Entr…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.