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Undici motivi per non guardare Qatar 2022

Un Mondiale criticatissimo, non da oggi e nemmeno da ieri, per tutta una serie di motivazioni che gli appassionati, e non solo loro, conoscono bene

Il Qatar è una monarchia costituzionale de iure e una monarchia assoluta de facto, il cui emiro è Tamim bin Hamad Al Thani e il primo ministro Khalid bin Khalifa bin Abdul Aziz Al Thani. Divenuto indipendente dal Regno Unito il 3 settembre del 1971 oggi è uno dei Paesi più ricchi del mondo grazie ai suoi giacimenti di gas e, causa l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le conseguenti sanzioni, sta cercando di diventare il primo player energetico mondiale. La sua superficie è di 11.571 chilometri quadrati per una popolazione di 2.350.000 abitanti. È qui che domani pomeriggio prenderà il via la ventiduesima edizione della Coppa del Mondo di calcio maschile, con la Francia campione in carica, primo match: Qatar-Ecuador, alle 17 ora italiana, allo stadio Al-Bayt di Al Khawr, sulla costa nordorientale.

Un Mondiale criticatissimo, non da oggi e nemmeno da ieri, per tutta una serie di motivazioni che gli appassionati, e non solo loro, conoscono bene. Nell’ultimo anno, soprattutto, sono stati in molti a invocare il boicottaggio di Qatar 2022, da una parte i tifosi europei che – a torto – si sentono depositari dell’essenza più pura di questo sport – dall’altra le organizzazioni umanitarie, alcune delle quali, però, sostengono il contrario per cercare di sensibilizzare ancora di più l’opinione pubblica su quello che accade ed è accaduto nel Paese del Golfo. Amnesty International, per esempio, ha chiesto alla FIFA e al comitato organizzatore di risarcire le famiglie dei lavoratori – oltre 6.500 

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.