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«I smell a bit of a burning feeling»

Geopolitica ed economia hanno rivoluzionato i calendari del Circus. Lo sportwashing c’entra, ma è solo una parte della spiegazione. E nemmeno la più rilevante

«I smell a bit of a burning feeling».
«We are happy it is not your car».
Marzo 2022, durante le prove libere del Gran Premio dell’Arabia Saudita, Max Verstappen informa i suoi ingegneri, tramite team radio, di avvertire una certa puzza di bruciato. La risposta dal muretto è tranquillizzante: «Per fortuna non è la tua macchina». E in effetti no, non era la sua Red Bull. Era, semplicemente, l’odore del fumo innalzatosi dagli incendi sprigionatisi nell’esplosione di un pozzo petrolifero della compagnia Aramco, a pochi chilometri dal circuito di Gedda, frutto di un attentato di rappresaglia nell’ambito della troppo poco conosciuta guerra in Yemen. Le colonne di fumo erano visibili sin dal circuito. Ma tranquilli, piloti: non sono le vostre macchine.

Cinismo o ironia, forse entrambe, ma poco importa: il primo gran premio di Formula 1 corso in Arabia Saudita ha lasciato in eredità immagini piuttosto eloquenti, un po’ come l’atmosfera sostanzialmente blindata di quei giorni nel paddock. Quest’anno sarà probabilmente diverso, almeno dal punto di vista dell’immagine, ma vale la pena farci l’abitudine, perché l’Arabia Saudita ha un accordo di 15 anni con Liberty Media: l’appuntamento del 2023 è previsto nel fine settimana del 19 marzo ancora a Gedda, ma in futuro il Circus si trasferirà in un nuovo circuito che sarà approntato all’interno di una città-divertimento, Qiddiya, attualmente in costruzione a una quarantina di chilometri da Riad. Ora, potremmo fare il consueto pistolotto sullo sportwashing, che certo esiste, ma quando si parla della superlega motoristica bisogna ampliare la prospettiva, ed è esattamente ciò che tentiamo di fare qui, iniziando con il dare un’occhiata alle tappe della stagione 2023.

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Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.