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Cosa abbiamo sbagliato

Social, lead generation e comunicazione. Quello che ha funzionato meno in uno anno di The SpoRt Light

Un progetto come The SpoRt Light implica un impegno quotidiano su tutto, dal sito ai social, dai contenuti ai contatti. Lo sapevamo ancora prima di iniziare e ogni settimana impariamo qualcosa di nuovo, anche dal punto di vista tecnico e tecnologico. Partendo dal presupposto che non siamo tuttologi, ovviamente, non ci riesce tutto bene e qualcosa resta, per forza di cose, indietro. Qui ci mettiamo a nudo.

Sicuramente siamo deficitari nella gestione delle nostre pagine social: Facebook, Instagram e LinkedIn. Abbiamo delle competenze anche professionali in merito e abbiamo cercato di utilizzarle al meglio, ma per curare i social network con attenzione quotidiana servirebbero tempo o denaro per farlo fare a chi di professione. Ecco: non ne abbiamo. Del resto il funzionamento degli algoritmi non ci aiuta: scrivendo contenuti non da tamburo battente e che rifuggono la logica del clickbait, non possiamo funzionare granché. Sponsorizzare? Un buco nell’acqua. Per motivi generazionali evitiamo TikTok, consapevoli che ogni social merita uno studio approfondito. E noi continuiamo a privilegiare la cura dei contenuti rispetto allo studio dei primi, constatando come pagine con molti più iscritti di The SpoRt Light abbiano interazioni simili alle nostre, cioè basse, perché chi segue, chi legge, non è detto che poi debba, abbia voglia di, interagire.

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Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.