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Nazionali, un equilibrio fragile

Qual è la posizione delle rappresentative in un calcio sempre più globale e globalizzato, di fronte all’aumento delle partite, al restringimento dei calendari e all’accrescimento del potere dei club?

Nel calcio mondiale, le nazionali continuano a esercitare un fascino unico e a rappresentare un elemento imprescindibile del sistema sportivo globale, ma il loro ruolo è oggi sempre più messo alla prova dalle pressioni crescenti dei club e da calendari sempre più congestionati. La stagione 2024-25 ha confermato il valore e il prestigio delle nazionali maschili, soprattutto in Europa, dove la UEFA Nations League ha raggiunto fasi finali di grande qualità tecnica e spettacolo, con le semifinali Germania-Portogallo e Spagna-Francia che si sono giocate in questi giorni; così come si sta giocando la terza giornata delle qualificazioni mondiali UEFA. Tuttavia, il successo di queste competizioni si scontra con un calendario sempre più affollato, alimentato dall’introduzione di nuove manifestazioni come la FIFA Club World Cup 2025 e dai tanti impegni annuali che si sovrappongono.

Questa congestione crea una forte pressione sui giocatori, aumentando il rischio di infortuni e l’affaticamento, e genera conflitti tra club e federazioni nazionali. Le squadre di club, dotate di maggior potere economico, esercitano un’influenza significativa sulle disponibilità dei calciatori, dettando spesso i tempi e i modi delle convocazioni e chiedendo garanzie per la gestione del carico di lavoro.

Nel calcio femminile, la situazione appare più complessa. Le nazionali stanno assumendo un ruolo sempre più centrale, diventando veri e propri fari per lo sviluppo e la visibilità delle atlete in un contesto in cui molti club affrontano difficoltà economiche e persino la chiusura di squadre professionistiche, come successo a club importanti nei Paesi Bassi e in Inghilterra.

In questo scenario, le federazioni, come la FIGC in Italia, hanno intensificato gli investimenti nelle selezioni femminili, dal settore giovanile alla nazionale maggiore, sostenendo la crescita di un movimento ancora fragile ma in…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.