Stielike

Stielike #10 – Longo Borghini, Goggia, Cazzullo & Vanetti

L'intervento del 19 aprile del nostro libero

IL BUONO Elisa Longo Borghini, con la maglia di campionessa d’Italia, ha vinto la Parigi-Roubaix femminile, unica atleta a finire due volte su due sul podio francese (nel 2021 chiuse terza). La Roubaix è stata esclusivamente maschile sino a due anni fa, prima di aprirsi anche alle donne – la prima edizione, originariamente prevista per il 2020, si disputò invece nel 2021 a causa della pandemia – e regalare così ulteriore spettacolo ed epica agli appassionati di ciclismo, con quel trofeo unico ed evocativo, originale e sempre diverso, una pietra di 12-15 kg che racconta una gara storica. Una pietra che, ora, è la più ammirata di casa Longo Borghini.

IL BRUTTO Nell’intervista a Sofia Goggia di Aldo Cazzullo e Flavio Vanetti, pubblicata domenica 17 sul Corriere della Sera, ci sono due domande consecutive che riportiamo alla lettera: «Ci sono omosessuali tra gli atleti?» ed «È giusto che i transgender gareggino con le donne?». Entrando, come nostro solito, a piedi uniti diciamo subito che le domande sono brutte e mal poste: sulla seconda (compresa la risposta della Goggia) ci pare un’occasione persa per approfondire, lanciando così nel mucchio e senza interesse un tema enorme, della prima invece parliamo più avanti. Ma qui la risposta di Goggia – «Tra le donne qualcuna sì. Tra gli uomini direi di no. Devono gettarsi giù dalla Streif di Kitz…» – ci riporta indietro di decenni e a poco serve il suo tweet di scuse, al solito una pezza con tanto di arcobaleni e spiegazione sull’essere stata fraintesa.