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Goggia, la rivale necessaria

Sofia per Federica Brignone è un memento, l’alter ego della nazionale azzurra, spingendosi vicendevolmente a superare i propri limiti

La foto di copertina è stata presa dal profilo Facebook di Bergamonews

«“Quel bastardo di Hunt”, dicevo, lo odio. E poi un giorno è venuto il dottore e ha detto “Signor Lauda, le posso dare un consiglio? Smetta di pensare a questo incidente come alla maledizione di un nemico, forse è una benedizione. Impara più un saggio dai nemici che uno stupido dagli amici…”. E sai che ti dico? Aveva ragione. Guardaci ora, eravamo ragazzini quando ci siamo conosciuti, due cazzoni matti in Formula 3, ripudiati dalle famiglie, senza una meta. E ora siamo entrambi campioni del mondo, non è male eh?». Questo resta uno dei frame più iconici, belli ed emozionanti del film Rush che ha raccontato la ‘feroce’ rivalità tra Niki Lauda, pilota allora della Ferrari, e James Hunt, che correva con la McLaren, ma cosa c’entra la Formula Uno con lo sci potrebbe dire qualcuno, eppure la rivalità tra Sofia Goggia e Federica Brignone ricorda molto quella tra i due piloti, dalla fame con cui vivono ogni gara, alla voglia continua di superare e superarsi.

Aldo Cazzullo si è espresso così: «Le due più forti sciatrici al mondo sono italiane (con l’americana del Colorado Mikaela Shiffrin): è una notizia meravigliosa. A 33 anni, Federica Brignone sta dando il meglio di sé. Ha una classe straordinaria, una tecnica essenziale che ricorda Stenmark, secondo Paolo De Chiesa – che se ne intende – non si è mai visto una donna sciare così bene. Eppure Federica Brignone resta una sciatrice. Una fortissima sciatrice. Sofia Goggia è un’altra cosa. È un personaggio. Appartiene allo sport, ma non solo. Non che la Brignone sia una montanara inespressiva; è figlia d’arte, è nata a Milano, è una persona intelligente che dà interviste interessanti. Però Sofia Goggia è una fuoriclasse. Un cavallo di razza che non si può descrivere con le parole, non si può imprigionare in una descrizione tecnica. La sua furia agonistica, la feroce determinazione con cui recupera dagli incidenti – destando lo scetticismo della madre di Federica, la grande Ninna Quario –, il coraggio con…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.