Monografia

Brignone pronta al viaggio dell’eroe

Prima la vittoria della Coppa del Mondo, poi l'infortunio che ne metterà a rischio la partecipazione olimpica: di chi parliamo quando parliamo di Federica Brignone?

Lo avevamo pensato diversamente questo articolo. Lo avevamo pensato diversamente perché, dopo la seconda Coppa del Mondo generale di sci alpino conquistata pochi giorni fa da Federica Brignone, alla quale in fondo è dedicata l’intera monografia di questa settimana, l’idea era quella di consacrarla anche qui, dopo un trionfo arrivato dopo una stagione perfetta, che l’aveva vista superare il numero di podi di Alberto Tomba in una singola edizione facendola diventare, numeri alla mano, la sciatrice italiana più vincente di sempre. Lo avevamo pensato diversamente questo pezzo, poi però (ed ecco perché, di solito, preferiamo ragionare su tutto a bocce ferme) è arrivato un gravissimo infortunio, proprio poche ore prima di questa pubblicazione: frattura scomposta della tibia, del perone e dei legamenti mediali del ginocchio della gamba sinistra, e pure rottura del legamento crociato. Ed ecco che, allora, la storia cambia.

La storia cambia perché c’è un altro capitolo pronto ad aprirsi, quello del viaggio dell’eroe. Un infortunio grave, proprio nei mesi precedenti la manifestazione che dovrebbe segnarne l’apice della carriera, per uno sportivo è spesso un cliché che rende un’avventura ancora più speciale. Andrà bene, andrà male, riuscirà Brignone a essere a Milano-Cortina? Lo vedremo. Intanto, però, torniamo a ciò che avevamo pensato, al racconto di chi è la sciatrice italiana più vincente di sempre.

La classe nel DNA Federica ha lo sci nel sangue. Il papà è un allenatore e maestro, mentre sua madre è Maria Rosa Carla Anita Quario, per tutti “Ninna”, slalomista, quattro vittorie in Coppa del Mondo e quarto posto ai Giochi di Lake Placid 1980. Trasferitasi da bambina, da Milano a La Salle, in Valle d’Aosta, Federica è sempre stata precoce. A un anno e mezzo le hanno messo gli sci (di plastica) a piedi, a 17 e cinque mesi ha esordito in Coppa del Mondo nel gigante…

Roberto Brambilla
È nato a Sesto San Giovanni, quando era ancora (per poco) la Stalingrado d'Italia. Ha scritto di sport e temi sociali per il web e per la carta. Ama la Storia e le storie. Al mattino insegna ai ragazzi, al pomeriggio sogna Berlino (Est).