Monografia

Il cuore debole del calcio

Morte improvvisa, infarto, arresto cardiaco. In oltre un secolo di calcio, restando a quelli censiti, sono tanti i giocatori professionisti morti in allenamento o durante una partita per problemi cardiaci. Da Marc-Vivien Foé a Miklos Feher, da Antonio Puerta a Piermario Morosini, fino a Davide Astori

Una lista ufficiale a livello mondiale non esiste e anche questo non aiuta ad affrontare il problema; considerando che la medicina e la scienza col tempo si sono evolute e dove oggi individuano con certezza le cause di morte una volta vi si potevano avvicinare con approssimazione e un margine di errore più ampio. I dati ci dicono che sono diverse decine i calciatori professionisti morti in allenamento o durante una partita di calcio per problemi cardiaci. Registrati come morte improvvisa, infarto o arresto cardiaco. I dati scientifici sono sempre di due tipi, qualitativi e quantitativi. Senza questi ultimi è difficile costruire una ricerca che possa darci delle risposte su quanto sia esteso il fenomeno e su come contrastarlo. Un giovane che muore per problemi cardiaci porta con sé un dolore che va oltre l’inimmaginabile, lascia troppe domande senza risposte, provoca vuoti incolmabili. Lo stesso effetto che fa la morte, per identici motivi, di un atleta all’opinione pubblica. Gli eroi son tutti giovani e belli, nessuno pensa che possano avere proprio nel cuore, il centro del motore agonistico, il tallone d’Achille che li farà cadere. Per questo è difficile accettare, per questo è fondamentale capire, considerando che la medicina sportiva ha fatto passi da gigante e che ogni calciatore professionista, nella sua carriera, è stato più volte sottoposto a visite mediche, differentemente da quelli dilettanti o amatoriali, dove ogni tanto scoppia lo scandalo delle stesse inevase.

Il primo censito risale al 1906. David ‘Soldier’ Wilson, attaccante del Leeds City, società sciolta per irregolarità finanziarie nel 1919 dalle cui ceneri nacque il Leeds Utd che tutti oggi conosciamo. Nato a Hebburn, il 23 luglio 1883, si guadagnò quel soprannome per avere prestato servizio nel 1° battaglione, Black Watch, dei Cameron Highlanders, combattendo anche in Sud Africa durante la guerra boera. A calcio iniziò a giocare in Scozia, scegliendo subito il professionismo e lasciando l’esercito: Raith Rovers, Dundee FC e Heart of Midlothian. Torna in patria all’Hull City e per 150 sterline passa al Leeds City, diventando il capocannoniere della squadra alla sua prima stagione: tredici reti in quindici partite. Il 27 ottobre 1906 mentre gioca in casa contro il Burnley lascia il campo a causa di forti dolori al petto, ma davanti agli infortuni di due compagni di squadra decide di tornare sul terreno di gioco. Wilson crolla a terra e viene portato negli spogliatoi dove muore, nonostante gli s…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.