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Più siamo, più vinciamo

Nell'anno I d.V. (dopo Valentino) un pilota italiano può vincere la MotoGp su una moto italiana. Una delle tante, probabilmente troppe

C’è un pilota italiano che si avvia a vincere la classe regina del Motomondiale. Di più: si appresta a farlo su una moto italiana, e proprio nell’anno I d.V., dopo Valentino, quasi a voler significare che c’era vita oltre alla celebrazione di un fenomeno che dettava l’agenda mediatica anche quando non vinceva.

Ecco allora che Francesco ‘Pecco’ Bagnaia, dopo essersi ritrovato in estate a -91 punti dall’allora leader della classifica della MotoGp, il francese Fabio Quartararo, in quattro mesi li ha rimontati tutti e, a due gare dal termine (domenica a Sepang, quindi il 6 novembre a Valencia), si trova oggi a +14. Il primo match point lo avrà proprio in Malesia, in una pista e in una data particolarmente evocative: perché si correrà il 23 ottobre, e il 23 ottobre del 2011 fu la data in cui, proprio a Sepang, perse la vita Marco Simoncelli, e perché sul medesimo circuito malese lo stesso Bagnaia, a due corse dal termine della stagione 2018, vinse il titolo iridato della Moto2.

Ora, al netto di una rimonta record, diventa interessante valutare quanto abbia inciso sull’esito del campionato, la presenza di ben otto Ducati in pista, vale a dire un terzo delle moto al via. Posto che Ducati ha stravinto il titolo costruttori ormai da settimane e che è sol…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.