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Scivoloni in bianco e nero

Dalle vittorie e un calcio sostenibile Andrea Agnelli è passato alle sconfitte e un rosso in bilancio di oltre 250 milioni di euro

La Juventus ha chiuso il bilancio 2021-22 con un rosso di 254,3 milioni di euro, dove i soli costi legati a personale e ammortamenti dei calciatori (compresi anche i calciatori della Under 23, ecc.) sono quasi 100 milioni superiori al fatturato del club. Nello specifico. Ricavi da gara: 32,2 milioni di euro (7,7 milioni di euro nel 2020-21); ricavi commerciali e da vendite: 166,9 milioni (171,2 milioni nel 2020-21); ricavi da diritti tv: 170,5 milioni (235,3 milioni nel 2020-21); ricavi da gestione calciatori: 40,7 milioni (43,1 milioni nel 2020-21); altri ricavi: 32,8 milioni (23,2 milioni nel 2020-21); totale: 443,3 milioni (480,7 milioni nel 2020-21). Costi per servizi: 74 milioni (63,5 milioni nel 2020-21); costi per il personale: 352 milioni di cui 325,8 milioni per il personale tesserato (322 milioni di cui 298 milioni per il personale tesserato nel 2020-21); ammortamenti e svalutazioni: 196 milioni di cui 173,3 milioni per i calciatori (228,5 milioni di cui 197,4 milioni per i calciatori nel 2020-21); oneri da gestione diritti calciatori: 31,8 milioni (37,2 milioni nel 2020-21); altri costi: 25,3 milioni (25,4 milioni nel 2020-21); totale 680 milioni (678 milioni nel 2020-21); fonte calcioefinanza.it, di cui mettiamo il link all’articolo nella bibliografia.

Il primo passo per risolvere un problema è ammettere che ci sia un problema. E questa, probabilmente, è la parte più difficile in casa Juventus, lato Andrea Agnelli: uno che non torna mai indietro, che non ‘sbaglia’ mai e non ammette gli errori; anche se nei momenti peggiori ci mette la faccia, ma solo per ribadire chi detiene il potere o per confermare allenatori che poi a fine stagione esonera. Atteggiamento molto pericoloso, soprattutto alla luce delle scelte degli ultimi quattro anni, dall’addio di Giuseppe Marotta in poi; Marotta che, con Conte, ha vinto lo scudetto vestendo i colori dell’Inter, cosa che infastidisce i tifosi ma molto meno i dirigenti, che, tra le altre cose, hanno ottimi rapporti e visioni comuni di politica sportiva.

L’inizio dell’avventura presidenziale è stato all’insegna dell’ottimismo grazie allo stadio nuovo, ereditato dalla precedente dirigenza, invisa, vilipesa e dimenticata perché legata al post Calciopoli; stadio che portò subito …

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.