Vicario; Di Lorenzo, Smalling, Kalulu, T. Hernandez; Barella, Lobotka, Milinkovic-Savic; Laurato, Osimhen, Leao. Questo, secondo Opta, è il Top 11 dell’anno solare 2022 in Serie A. Una squadra in cui spiccano solamente tre giocatori italiani, due dei quali nazionali e campioni d’Europa nel 2021, mentre Vicario è unanimemente considerato il miglior portiere del nostro campionato. Anno solare 2022 che è terminato con l’inizio del Mondiale, torneo nel quale più volte abbiamo ammirato un altro sport rispetto a quello che vediamo ogni settimana in Serie A: velocità, intensità, gioco, tecnica e tattica. Un divario che è sempre più difficile spiegare, come se fossimo rimasti indietro mentre tutto il mondo è andato avanti.
Proprio durante il Mondiale, Stefano Pioli, intervistato da Sky Sport, sottolineava come i propri giocatori, nei confronti dell’arbitro – leggasi simulazioni, polemiche, perdita di tempo, ecc. – abbiano un comportamento in campionato e un altro in coppa perché sanno che gli arbitri internazionali hanno un metodo diverso e non tollerano cose che in A sono all’ordine del giorno.
Al di là dei meriti e dei demeriti della Nazionale, dove i primi servono sempre a coprire i mali del calcio italiano mentre i secondi ce li sbattono in faccia tutti insieme, non siamo, da almeno un decennio, i più bravi e non solo in campo. Perché se è vero, come è vero, che al di là della qualità del gioco e delle intuizioni tattiche a livello internazionale esprimiamo spesso un calcio lento, prevedibile e, di conseguenza, di scarsa intensità, è allo stesso tempo corretto sottolineare il gap economico con altre realtà, che è, innanzitutto, un gap di governance, di sistema e di regole.
La Lega di Serie A in questi a…