Parlare di futuro significa, spesso, non azzeccarci. Il mondo però si evolve perché c’è chi al futuro pensa, non sempre con fini filantropici magari, e lo stesso si può dire anche per un universo come quello dello sport. Può apparirci immutabile, e probabilmente si è dimostrato anche meno dinamico rispetto alle suggestioni che lascia, eppure è cambiato negli anni e dovrà inevitabilmente farlo anche in futuro, a maggior ragione considerando la velocità dei mutamenti tecnologici, culturali e sociali – per non parlare di quelli geopolitici – che negli ultimi venticinque anni sono andati a velocità quadrupla rispetto ai cinquanta precedenti.
Ecco, il punto è tentare di intuire le direzioni nelle quali gli sport più popolari dovranno evolvere per stare al passo dei tempi e del pubblico cliente, che sono poi le persone che ne decretano il successo o l’insuccesso, ed è singolare che in questo senso i mutamenti avvengano non dalla base, ma dal vertice, e da lì poi vengano calati sino a dove possono arrivare. Attenzione: il focus non è tanto sui format, in stile Superlega per intenderci, quanto piuttosto sulle regole dei vari sport, e questo sebbene, un po’ dovunque all’interno delle federazioni, si rifletta anche sui tornei e sui campionati e su come renderli più adatti a una prospettiva di sport business. Tornando ai regolamenti essenziali, alcuni sport hanno già effettuato modifiche sostanziali quando si iniziava a discutere di maggiore spettacolarizzazione (è il caso del volley: ne parliamo qui), altri lo hanno fatto ormai una vita fa – si pensi al …