Monografia

Lo sport dopo la pandemia

Dal punto di vista economico il settore si è ripreso dopo le chiusure causate dal Covid-19, ma a parte chiedere ristori non ha fatto tesoro di alcun insegnamento

Il cda di Sport e Salute S.p.A., lo scorso 21 dicembre, ha approvato la ripartizione dei contributi pubblici ordinari agli Organismi Sportivi: 295.238.000 euro, con un aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente; di questi 272.354.278 sono andati alle federazioni, il resto ad altri organismi. La suddivisione è così garantita: 60 per cento risultati sportivi; 30 per cento incidenza della pratica sportiva e promozione dello sport; 10 per cento efficientamento dei costi. Le federazioni che hanno ricevuto i contributi più elevati sono: FIGC (calcio) 36.229.054; FIPAV (pallavolo) 14.570.134; FIN (nuoto) 13.409.103; FIDAL (atletica leggera) 12.973.441; FISI (sport invernali) 11.559.082; FIT (tennis e padel) 10.868.220. Il ministro dello sport Andrea Abodi ha dichiarato: «Dopo il via libera ai contributi 2023, sarà mia cura iniziare subito un confronto con Sport e Salute, CONI e Dipartimento per lo Sport ascoltando anche gli Organismi Sportivi, per elaborare un nuovo modello che risponda in modo più efficace alle nuove esigenze dello sport italiano».

La pandemia causata dal Covid-19 ci ha sorpresi, nessuno escluso. Tutti i settori ne hanno risentito e ancora ne stiamo pagando le conseguenze. Lo sport non ha fatto difetto, prima sospeso, poi contingentato, subendo non solo dal punto di vista economico. Ricordiamo tutti il Dpcm del 9 marzo 2020 con cui furono sospese in Italia tutte le attività sportive, con continui aggiornamenti.

L’impatto sul mondo dello sport outdoor e indoor è stato forte. E se per gli sport al chiuso il problema era quali protocolli sanitari utilizzare, tra spogliatoi, docce e attività – oltre al pubblico da gestire dentro agli impianti sportivi –, per quelli all’aperto non era tanto e solo per gli atleti che stanno a contatto gli uni con gli altri, ma per le migliaia di persone stipate dentro uno stadio piuttosto che lungo il percorso di una corsa ciclistica.

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.