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Da tutto a niente

Avete mai sentito parlare di Pallamano Rubiera? Forse no, ma il club ha qualcosa da raccontare in tema di giustizia sportiva

Vi dice qualcosa Rubiera? A meno che non siate emiliani o appassionati di pallamano, forse al massimo un brano strumentale di Ligabue (Rane a Rubiera Blues, in Buon compleanno Elvis) o il luogo di residenza dell’olimpionico Stefano Baldini. Qui, però, parliamo appunto di handball. E di giustizia sportiva.

Ecco, la pallamano non è esattamente uno sport capace di ritagliarsi pagine e titoli, a parte sulle testate locali, ma quanto accaduto negli ultimi due mesi alla Pallamano Secchia, club che nella sua storia ha vinto anche due Coppe Italia, racconta in qualche modo come la giustizia sportiva, in Italia, mostra tutta la sua inadeguatezza.

Tutto inizia lo scorso 19 novembre quando, nella gara dell’undicesima giornata di campionato di Serie A Gold (il massimo torneo nazionale maschile) in casa di Siracusa, la squadra reggiana abbandona il campo dopo 46 minuti e 50 secondi di gioco lamentando la pericolosità del terreno di gioco e l’elevato rischio infortuni (il problema della condensa, in alcuni impianti al coperto, è effettivamente cosa seria) dopo alcune cadute dei suoi atleti, e questo nonostante gli arbitri sostenessero la persistenza delle condizioni per portare a termine l’incontro.

Crede di perdere la partita a tavolino e immagina di subire una sanzio…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.