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Il tricolore del calcio nel mondo

Dal Sudamerica alla Germania, dagli Stati Uniti all'Australia: gli italiani, popolo di migranti, hanno diffuso nel mondo club d'identità tricolore

Uno strumento per fare comunità e mantenere vivo il legame con le proprie radici. Per chi ha lasciato il proprio Paese lo sport e il calcio sono da sempre un potente mezzo di aggregazione e di creazione e conservazione di un’identità. Lo è stato anche per i milioni di italiani che sono emigrati in tutto il mondo e così, a volo d’uccello, abbiamo voluto andare alla ricerca di alcuni club che portassero ancora i segni del Paese d’origine, pur con i tanti cambiamenti e i distinguo del caso, considerando che non sempre le idee fondative sono state mantenute con totale linearità.

Sudamerica, un doppio filo con l’Italia
L’America Latina è stata una delle mete preferite degli emigranti italiani, a partire dall’ultimo scorcio dell’Ottocento. E lì, alla fine del mondo come l’avrebbe definito Papa Francesco, sono tanti i club che hanno un legame più o meno diretto con l’Italia. In Argentina, oltre alle “grandi” come Boca Juniors e San Lorenzo, c’è il Villa Dalmine, nato nel 1957 come il circolo ricreativo per gli operai della Dalmine-Safta, che indossa i colori viola, come la Fiorentina seguita dal fondatore Agostino Rocca, il Circulo Italiano, con sede nella zona più settentrionale della Patagonia e i cui giocatori vestono di granata. E poi c’è lo Sportivo Italiano. La società nacque nel 1955 come ACIA (Associazione Calcio Italiano in Argentina) in cui erano confluiti i migliori giocatori di un torneo organizzato da Ettore Rossi, direttore del Corriere degli Italiani prima di cambiare no…

Roberto Brambilla
È nato a Sesto San Giovanni, quando era ancora (per poco) la Stalingrado d'Italia. Ha scritto di sport e temi sociali per il web e per la carta. Ama la Storia e le storie. Al mattino insegna ai ragazzi, al pomeriggio sogna Berlino (Est).