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Dove vola l’aquila bicipite

Scanderbeg, Arberia, Shqiponja. E poi aquile, elmi, colori: l’identità albanese nel calcio dilettantistico italiano

Siccome gli scenari geopolitici evolvono, mentre la memoria è corta e la conoscenza della storia ha in fondo pochi cultori, ragionare per stereotipi è la cosa più semplice, e l’avarizia cognitiva invita facilmente a pensare senza pensare. Così, quando si parla di Italia e Albania, Paesi dirimpettai nell’Adriatico meridionale, si tende a dimenticare che, per certi versi, l’Italia contemporanea si è scoperta terra di imponenti flussi migratori quando, l’8 agosto del 1991, al porto di Bari attraccò la Vlora, portarinfuse che, il giorno prima, a Durazzo, venne presa d’assalto da circa ventimila persone in fuga dall’Albania. Pochi mesi prima, il 7 marzo 1991, già a Brindisi erano sbarcati circa 27 mila albanesi a bordo di diverse imbarcazioni, anch’essi in fuga dal regime comunista che si stava sfaldando. OpenMigration l’ha definito in un ebook «il primo banco di prova per il racconto dell’immigrazione futura». Al link e in calce, in bibliografia, trovate i riferimenti, e fidatevi: va letto. Qui, però, serve solo come introduzione perché, visto che stavolta parliamo di radici, quella albanese ha aspetti che vanno ben oltre la banalità.

Nella stagione 2017-18, ai gironi di Europa League, in tanti ricorderanno lo Skënderbeu, club di Coriza, club che sino al 2028 sconta l’esclusione dalle competizioni internazionali UEFA per un grave scandalo di corruzione, provata e comprovata con tanto di pistola fumante, a differenza di tanti altri scandali europei che sono parsi più che altro scontri di potere. Chi era Skënderbeu, o per noi Scanderbeg? Trattasi di Giorgio Castriota, noto con l’appellativo di Scanderbeg, ovvero il nuovo Alessandro del XV secolo, eroe nazionale e simbolo dell’identità albanese, colui che Papa Pio II proclamò difensor fidei e athleta Christi per l’opera in difesa della civiltà occidentale minacciata dagli Ottomani. Atleta di Cristo, titolo dall’accezione militare e naturalmente non sportiva, eppure pochi fatti sociali come lo sport hanno la capacità di imporsi nell’immaginario collettivo e, se oggi il nome di Scanderbeg è in qualche modo noto tra gli appassionati di calcio e non solo tra gl…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.