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«La mobilità è un problema culturale»

«Il rapporto, malato, tra biciletta e mobilità non è solo un problema italiano. Qui è peggio che altrove ma non è certo l’unico Paese che ha queste difficoltà», ci racconta il giornalista Giovanni Battistuzzi, fondatore di Girodiruota

Giovanni Battistuzzi è l’ideatore e creatore del sito Girodiruota – un mondo di biciclette, nel quale scrive di ciclismo e mobilità. A nostro insindacabile giudizio, la penna italiana più evoluta nel raccontare le due ruote. Giornalista de Il Foglio ha alle spalle uno stage a Telequattro, Trieste, e un altro alla Adnkronos, con qualche parentesi in altri settori: ha fatto il cuoco, guadagnando quasi meglio che facendo il giornalista, e la sua vera passione è fare telai per le biciclette; e chissà che in un futuro prossimo non riesca a realizzare il proprio sogno. Veneto di Conegliano, classe ’85, è salito su una bici a tre anni e non è più sceso: «La passione per la bicicletta me l’ha trasmessa mia nonno Ettilio, morto nel ’92, mentre quella per il ciclismo è nata nel 1994, accendo la televisione, vedo Pantani che si arrampica ed è scoccata la scintilla». Nel 2013 scrive un reportage dal Gito d’Italia, il primo vinto da Nibali, partendo da Ischia e arrivando a Brescia in sella: «Girare in bicicletta è una delle cose migliori per muoversi e anche una delle più belle che ti possano capitare. Io mi sposto sempre in bici e ogni tanto faccio qualche piccolo viaggio. La mia ragazza vive in Germania e quando la vado a trovare facciamo sempre qualche escursione di alcuni giorni, ma lì è diverso». Appunto.

Che rapporto hanno gli italiani con il ciclismo inteso come sport?
«Settoriale. C’è un nucleo di grandi appassionati, mediamente intelligenti, che sanno di cosa parlano e poi una maggioranza che chiede: “Ah, ma c’è il Giro?”. Con un forte scollamento tra le due parti».

Girodiruota un mondo di biciclette

Che rapporto hanno, invece, con la bicicletta?
«Il ciclismo inteso come sport e la bicicletta come mezzo per spostarsi sono due cose diverse. Detto questo esiste una minoranza che conosce il mezzo e sa cosa vuol dire pedalare. E una maggioranza rumorosa e pericolosa che la considera qualcosa da eliminare».

Siamo sempre quelli de «I mostri», con Gassman pedone polemico e autista feroce?
«Raffigurazione perfetta. Feroci, crudeli e irresponsabili. Perché è ir…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.