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Una prospettiva umanistica per “riprendersi” il calcio

Tecnologia e dati ci fanno approcciare il calciomercato con il ragionamento matematico-probabilistico. Ma una squadra di calcio non è una somma algebrica

di Guglielmo De Feis

La regola fondamentale della Cultural Intelligence è basata sulla capacità di cambiare la propria prospettiva. Il pensiero laterale è possibile solo se si è disposti a spostarsi – almeno un po’ – dalla propria posizione di partenza. Con una prospettiva diversa, è possibile, a quel punto, vedere qualcosa di più o vederlo meglio. Sommersi dall’invasione di tecnologia e dati, ci stiamo assuefacendo – più o meno inconsciamente – al ragionamento matematico-probabilistico se non addirittura al meccanismo manicheo-esclusivo dell’algoritmo dell’intelligenza artificiale. I tifosi di calcio italiani seguono le notizie di calciomercato un po’ con la  prospettiva dell’analista finanziario – che valuta la congruità di una determinata operazione di acquisizione, basandosi su cifre e bilanci – e un po’ con quella dello storico che ricava la verità, per l’appunto storica, con l’asettica valutazione dei fatti del passato.

È evidente che, a questo punto, i calciatori ritenuti più bravi – e in definitiva perfino più convenienti – siano quelli più esperti (perché con più dati storici disponibili per la valutazione del loro rendimento) e quelli più costosi (perché con un’universale riconoscimento di qualità, giustificato dalla loro richiesta sul mercato).

Di Maria, Pogba, Milinkovic-Savic, De Ligt, Skriniar, Lautaro, Ronaldo, Lukaku, Suarez, Griezmann, Mbappé, Haaland – solo per citarne alcuni – hanno almeno una, ma più spesso entrambe, le caratteristiche: sono cioè costosissimi e hanno, inoltre, uno ‘storico’ di dati che ne certifica la bravura.

Questa maniera di utilizzare, nel calcio, il ragionamento scientifico-matematico, completamente avulso da ogni forma di intuito personale, è stato utilizzata, in verità con risultati disastrosi, anche dall’allenatore della nazionale inglese Southgate. Convinto di poter scegliere i rigoristi migliori solo se non condizionato dall’e…