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Serie B, come Barnum

Americani, indonesiani, multiproprietà, fondi, opening day, canarini, Fabregas: la B è genio e follia. E ci salverà nell'autunno del Mondiale

Teniamocela stretta, per una volta, la Serie B. Teniamocela stretta perché, sebbene sia un ecosistema dotato di una fauna variegata e a suo modo straordinaria, sarà proprio quello il torneo che ci regalerà la migliore alternativa casalinga, all’occaso dell’autunno, al Mondiale al quale l’Italia non parteciperà e che tuttavia manderà in letargo il campionato di Serie A (e la Premier, la Bundesliga, la Ligue 1 e compagnia). E, forse, sarà proprio la sua fauna variegata e a suo modo straordinaria che ci salverà.

Già, perché la Serie B 2022-2023, iniziata anch’essa come la A nel fine settimana ferragostano, è un Barnum nel quale si può trovare di tutto e, forse anche per questo, pur con tutti i suoi guai, appare la divisione meno statica del panorama professionistico italiano. Perché, negli anni, sta dando dimostrazione di essere un campionato difficile, decisamente combattuto e nel quale i verdetti si delineano solamente al termine, dove peraltro non sempre – tutt’altro – sono le grandi o le favorite a vincere. Oltre ad esserci gran parte d’Italia, in categoria, c’è una certa mobilità, in Serie B, e c’è anche un certo movimento da parte di chi, pur partendo da un nome che proverbialmente si connota di negatività, cerca di dare alla cadetteria una dignità che magari può fare sorridere, ma in fondo diventa necessari…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.