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Quando la musica si leggeva sul Guerin Sportivo

Nel 1976 nasce l’inserto del Guerin Sportivo dedicato alla musica e rivolto ai giovani, come tante altre intuizioni del direttore di allora, Italo Cucci

Italo Cucci non ha bisogno di presentazioni, lui è il direttore e, per trasparenza, lo è stato anche di chi scrive nella breve e bellissima parentesi dello stage al Guerin Sportivo nell’estate del 1997; da dove è cominciato tutto. Originario del Montefeltro, è cresciuto a Rimini, dove ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1958 con il settimanale La Provincia, diventando giornalista professionista nel 1966 al Resto del Carlino. Da inviato ha seguito il Tour de France del ’67 per Stadio, divenendo testimone della tragedia del ciclista inglese Tom Simpson, e i Mondiali di calcio maschili dal 1974 al 2010. Nel 1969, per il Guerin Sportivo, scrisse per primo che Eddy Merckx, il quale stava vincendo il Giro d’Italia, era stato trovato positivo all’antidoping. Ha diretto i giornali in cui è stato redattore. Prima il Guerin Sportivo – tre volte, rinnovandolo totalmente durante la sua prima direzione, dal 1975 al 1982, e portandolo ai massimi storici della diffusione –, poi Stadio (da condirettore), il Corriere dello Sport-Stadio (due volte) e il Quotidiano Nazionale. Ha diretto anche il mensile Master e il settimanale Autosprint. Attualmente direttore editoriale dell’agenzia di stampa Italpress – per la quale, tra le altre cose, produce la rubrica «La barba al palo» –, editorialista e opinionista di varie testate, tra cui la RAI, fa parte di alcune giurie di premi giornalistici e sportivi. Ha scritto molti libri e ha collaborato con Pupi Avati al soggetto e alla sceneggiatura del film «Ultimo minuto» con Ugo Tognazzi. Ha, inoltre, contribuito al soggetto del film per la televisione «Il Grande Torino» di Claudio Bonivento. Oggi vive nell’isola di Pantelleria.

Con The SpoRt Light ha ripercorso uno dei momenti più intriganti del giornalismo sportivo quando, nel 1976, da direttore del Guerino, inventò Play Sport & Musica, un inserto unico nel panorama italiano e internazionale che sapeva mescolare le storie dei e delle cantanti, delle attrici e degli sportivi insieme con i fumetti. Un successo che è durato quanto la stagione migliore del settimanale.

Qual era lo stato dell’arte del giornalismo sportivo italiano?
«Era un giornalismo che raccontava un calcio provinciale dopo le vittorie di Inter e Milan in Coppa dei Campioni negli anni Sessanta. Si scrivevano meglio le favole, tra il “pericoloso” Ascoli e il folklore napoletano non ancora nobilitato dalla conquista dello scudetto. La mia prima direzione del Guerin Sportivo (1975-1982, ndr) coincise con lo spostamento della redazione a Bologna e iniziai col dare spazio a quelle notiziole che nella stagione giornalistica del piombo venivano messe dove c’era un buco: dal campionato argentino a quello belga. Scoprimmo così che il calcio internazionale piaceva ai ragazzi, che oltre alla squadra del cuore erano interessati al resto del mondo, ed era buono per l’edicola».

Guerin Sportivo
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Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.