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Calcio e cultura dello stupro

Manolo Portanova è stato condannato a 6 anni dal tribunale di Siena per violenza sessuale di gruppo e il Genoa non lo ha sospeso

Manolo Portanova, centrocampista del Genoa, è stato condannato, in primo grado, a 6 anni dal tribunale di Siena per violenza sessuale di gruppo. Il fatto è avvenuto la notte fra il 30 e il 31 maggio 2021. Condannato alla stessa pena anche lo zio del giocatore. Entrambi hanno scelto il rito abbreviato. Il terzo indagato, che invece ha optato per il rito ordinario, è stato rinviato a giudizio alla fine dell’udienza preliminare. Un quarto soggetto, all’epoca dei fatti minorenne, verrà giudicato dal Tribunale dei Minorenni di Firenze. Il gup Ilaria Cornetti ha accolto tutte le richieste dell’accusa, sostenuta dal pm Nicola Marini, contro il centrocampista rossoblù. Inoltre il giudice lo ha condannato anche a una provvisionale di 100.000 euro a favore della ragazza di cui ha abusato, con altri 20mila euro a favore della madre e 10mila per l’associazione senese Donna chiama Donna che si era costituita parte civile.

Manolo Portanova ricorrerà in appello.

Il Codice di procedura penale, all’art. 438, definisce «rito abbreviato» un procedimento penale nel quale l’imputato può chiedere al giudice di rinunciare alla fase del «dibattimento», al fine di ottenere un considerevole sconto di pena e una riduzione della durata del processo.

Perché avvalersi del giudizio abbreviato?

Se l’accusato sa di avere tutte le carte a suo favore per poterne uscire indenne dalle accuse perché non procedere normalmente e non rinunciare a priori a un dibattimento con l’introduzione di soggetti terzi che potrebbero testimoniare a suo favore o con la produzione di atti idonei a scagionarlo dalle accuse?

Le ragioni possono essere essenzialmente due.

Quando l’impianto accusatorio – testimonianze rilasciate, dichiarazioni di persone informate sui fatti raccolte che dimostrino la responsabilità dell’imputato in merito al reato contestato – è talmente solido che sperare in un ribaltamento di …

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.