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Kazakistan, sport a tutto gas

Ciclismo, tennis, futsal. E il Motomondiale, che questo weekend avrebbe dovuto fare tappa in mezzo al nulla nella regione di Almaty

Mark Cavendish, in questi giorni, è al Tour de France. Ha già annunciato l’addio a fine stagione, e la sua ultima maglia sarà quella della Astana Qazaqstan Team. La conosciamo ormai dal 2007, la Astana, dalla prima licenza Pro Tour. Licenza prima svizzera, poi lussemburghese, infine dal 2008 definitivamente kazaka, come kazako era Vinokurov, prima che arrivassero a corrervi, allettati da ingaggi altissimi, i vari Armstrong e Contador, Savoldelli e Tiralongo, Landa e Aru, e ovviamente Vincenzo Nibali, che con la maglia azzurra e gialla del team ha vinto due volte il Giro e una il Tour. E ancora una serie di manager e direttori sportivi di alti lignaggio (Bruyneel, Cenghialta, Bontempi, Fofonov) e, come conseguenza degli investimenti, l’ingresso nell’immaginario collettivo del pubblico del ciclismo e il corollario decisivo delle tante vittorie. La curiosità c’era all’inizio, oggi non fa più specie, e da tempo.

Del resto, anche se lo notano in pochi, questo fine settimana proprio in Kazakistan si sarebbe dovuta svolgere la prima tappa del Motomondiale nel Paese. C’è un circuito ormai pronto nella regione di Almaty, a una settantina di chilometri di quella che un tempo era la capitale del Kazakistan, il Sokol International Racetrack. Un tracciato costruito letteralmente in mezzo al nulla, ma è quell’ormai che fa tutta la differenza del mondo, perché fine aprile la Dorna e la federazione motociclistica internazionale avevano annunciato la cancellazione del gran premio: «I lavori di omologazione della pista e le attuali sfide globali sul piano operativo hanno reso necessario l’annullamento dell’evento»; così era scritto nel comunicato ufficiale. Tutto rimandato al 2024, poi anche le due ruote a motore, nella loro versione più glamour che è appunto quella del Motomondiale, piazzeranno la bandierina in Kazakistan. Anzi, forse vale la pena ribaltare il concetto: il Kazakistan piazzerà la ba…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.