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Mazzanti tiene in panchina Egonu? Una delle principali agenzie di stampa italiane chiede il commento al generale Vannacci. Perché la vede solo come nera. Cosa può andare storto?

Per una volta che non si parla di Paola Egonu per il colore della pelle, ma per le scelte del ct dell’Italvolley femminile Mazzanti, ci ha pensato l’Adnkronos a riportarci sulla terra e a farci capire che sì, come categoria, facciamo schifo, andando a chiedere un parere sulla panchina della fuoriclasse agli Europei a chi? Al generale Roberto Vannacci. Non perché di pallavolo capisca qualcosa, ma perché, siccome per il Vannacci i di lei «tratti somatici non rappresentano l’italianità», dunque per una frase di giurassico etnonazionalismo, oggi il militare avrebbe titolo per essere chiamato in causa per parlare tout-court di ciò che riguarda Paola Egonu.

Del resto nel sangue di Vannacci, dice egli stesso, scorrono gocce del sangue di Romolo e di Enea, e chissà, magari anche alcune gocce di quello del pupazzo Uan, considerando gli occhi azzurri, la carnagione rosacea e l’essere frutto di fantasia non meno di Enea e Romolo, ma chissà se gliel’hanno detto. Amen: il punto è che lo spirito del tempo, abbastanza evidentemente, non solo tollera certi approcci, ma anzi pretende di normalizzarli, sbraitando a sproposito di “dittatura del politicamente corretto”, di libertà di opinione e amenità varie, utilizzare come scudo galattico per nascondere, semplicemente, una palese incapacità di andare oltre il proprio naso e progredire.

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.