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Lo sport deve essere garantito

Come diritto costituzionale risponde a una reazione pressoché necessaria alla crescente attenzione che, a livello europeo, si è data allo sport come strumento di interiorizzazione dei valori democratici, come strumento di benessere psicofisico e, in generale, di crescita personale e progresso sociale

di Antonella Bellutti

L’ultima volta che ne ho scritto, mancava ancora un passaggio, ora invece è cosa fatta. Da Settembre 2023, l’articolo 33 della nostra Costituzione dice che: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. A suo tempo feci notare che l’uso del verbo “riconoscere” così, da solo, non faceva ben sperare. Interpretare quel riconoscere come ammissione di importanza o, piuttosto, come semplice accettazione non varia il senso di vuoto che lascia percepire. Manca un’azione che permetta di immaginare una responsabilità concreta, reale anche perché, in altri articoli, l’assunzione di impegno è espressa chiaramente. Ad esempio: nell’articolo 2, sui diritti inviolabili, riconosce si accompagna con “garantisce”. Nell’articolo 32, la Repubblica tutela la salute e garantisce cure gratuite. E ancora, nell’articolo 9 promuove lo sviluppo della cultura e ricerca e tutela l’ambiente e il paesaggio.

Il riconoscimento costituzionale dell’attività sportiva era un obiettivo atteso da tempo e se è giusto gioirne, è altrettanto legittimo non farsi illusioni. Si può dire infatti che, sebbene non scontato, lo sport come diritto costituzionale risponda a una reazione pressoché necessaria alla crescente attenzione che, a livello europeo, si è data allo sport come strumento di interiorizzazione dei valori democratici, come strumento di benessere psicofisico e, in generale, di crescita personale e progresso sociale. Voglio immaginare dunque questo momento come il punto zero, la linea di partenza per un percorso molto lungo e complesso.

Lungo e complesso perché l’Italia è senza dubbio un’eccellenza dello sport agonistico con un vertice che, in modo particolare nel periodo post-pandemico, ha inanellato risultati straordinari. Siamo però anche il Paese in cui (e cito gli ultimi dati dell’Eurobarometro) nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, un ragazzo su quattro e una ragazza su tre, si dichiarano sedenta…