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Last bet

Il calcioscommesse non dorme mai, sia con i club che con le nazionali. Tanto è stato fatto in questi ultimi anni, ma le amichevoli, senza alcun controllo, sono diventate terreno fertile per le organizzazioni criminali

Combine tra club, fra nazionali per qualificarsi a un Mondiale e, soprattutto, nelle partite amichevoli. Il calcioscommesse è un fenomeno ciclico, in particolare in Italia, che attenta all’integrità del gioco, verso il quale i tifosi sono troppo indulgenti, così come i media tradizionali. Per capire meglio come funziona e come si combatte e si è combattuto negli ultimi vent’anni The SpoRt Light ha intervistato Ivo Romano: giornalista e già betting analyst UEFA per le scommesse clandestine, autore del libro Gioco Sporco.

Da qualche anno il calcioscommesse è sparito dai radar, problema risolto?
«Assolutamente no. Molto è stato fatto, ma il calcioscommesse non si ferma mai. In Italia la situazione è molto migliorata rispetto ad anni addietro, ma episodi di combine non mancano. Nel resto del mondo cambiano i luoghi, a volte le modalità, ma il problema resta, malgrado la guerra al calcioscommesse sia molto più dura rispetto ad altri tempi».

Quando si pensa al calcioscommesse si pensa alle combine tra club dimenticando quelle tra nazionali, impensabili: ma è veramente così?
«Non è così, naturalmente. Esistono combine anche a livello di nazionali, talvolta in competizioni importanti. In Asia, la situazione più difficile: basti pensare che nelle qualificazioni della zona asiatica al Mondiale del 2014 sono state registrate ben 7 partite combinate, tra cui la doppia sfida tra Laos e Cambogia, combinata in entrambi i casi perché terminasse con il risultato di 4-2 per la squadra di casa e tut…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.