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Daspo ai media (e ai parenti)

La sempre più disperante assenza di educazione e senso civico applicati allo sport meriterebbe che si giocasse sempre porte chiuse. Perché nulla nasce nel vuoto

Sino a quando non avevo figli, e considerando che non ricordo granché dei tempi di ragazzino in cui io facevo sport (rectius: in realtà li ricordo, ma ciò di cui non ho memoria sono gli arbitri, segno che quelli facevano il loro dovere, io il mio), mi sono sempre tenuto a debita distanza dai campi dei tornei giovanili di qualsiasi disciplina. Ne ho frequentati pochi anche da giornalista, avendo sempre scritto di categorie ed età differenti. Ho iniziato a farlo da poco: non scriverne, ma frequentarli. Avendo poca pazienza e detestando irriducibilmente i fenomeni, i portatori di verità e i critici per partito preso, ne ho già abbastanza. 

Storia di qualche giorno fa, una fra tante. Una partita di calcio tra bambini di otto anni in un torneo, bimbi che non hanno la coordinazione degli adulti, che hanno iniziato se va bene da due anni, che non hanno malizia e nemmeno si lamentano, o comunque poco. A parte un paio, probabilmente parenti di un signore sulla settantina, aggrappato alla rete e quasi costantemente con la bava alla bocca. C’è l’autoarbitraggio, con un dirigente di una società terza, organizzatrice del torneo, che segue il gioco con serenità intervenendo il giusto. «Arbitroooo!». «Fallo, ma non lo vedi?». «Basta mister, diglielo di fischiare!» e amenità del genere. O di quell’altro leoncino da rete metallica, verosimilmente un genitore, che sentenzia un minatorio «se qualcuno si fa male poi scoppia un casino qua!», salvo poi svanire appena qualcuno, con educazione ma a muso duro, gli ha risposto con un serafico: «Con chi ce l’hai?». Il tutto, a ben guardare, mentre sul campetto non succedeva nulla di che e – sono pronto a scommett…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.