di Nicola Sbetti
Non vi nego di avere una certa malinconia nello scrivere queste righe perché dopo 31 articoli, questo pezzo sarà l’ultimo appuntamento con la rubrica A Gamba Tesa su The SpoRt Light. Permettetemi innanzitutto di ringraziare Lorenzo Longhi, Francesco Caremani e Roberto Brambilla per avermi voluto a bordo della loro impresa in questo triennio.
Per me è stato un privilegio. Se ho scelto di scrivere per The SpoRt Light non è stato né per ragioni economiche, né di visibilità, ma per la stima nei loro confronti, per vicinanza al loro progetto e per avere uno spazio dove riflettere regolarmente sugli intrecci fra sport e politica in piena libertà.
Questo spazio mi ha infatti permesso di mettere per iscritto in forma divulgativa delle riflessioni che mi sono servite poi anche nel mio lavoro a partire dal tema della “neutralità”, protagonista del primissimo articolo e sfociato poi in un saggio sull’evoluzione storica del principio (e dell’ideologia) dell’apoliticità dello sport uscito lo scorso anno per Carocci.
Tre sono forse i pezzi a cui sono più affezionato. Il primo è quello con cui ho criticato l’uso facilone che tanto in ambito accademico quanto in ambito giornalistico si ha dell’espressione sportswashing, il secondo è quello che ha messo nel mirino quelle organizzazioni sportive che ignorano il loro impatto climatico, mentre il terzo è quello con cui ho provato a ricontestualizzare il celebre discorso di Nelson Mandela “Sport has the power to change the world”.
Il tema più ricorrente è stato senz’altro l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina sullo sport internazionale, seguito dalla svolta autoritaria imposta da Gianni Infantino alla “sua” FIFA. La libertà concessa, mi ha però permesso di allontanarmi dal tema principale dei rapporti fra lo sport e la politica internazionale. Per esempio non vi nego che è stato quasi terapeutico scrivere polemicamente contro “i furbetti del sottotitolo” o l’affermazione che quando Sinner avrà 50 anni non si potrà raccontarlo in quanto già si sarà detto tutto, mentre è stato molto stimolante approfondire due figure di “attivisti sportivi” non troppo conosciute come Daria Kasatkina e Usman Khwaja.
La prossima chiusura di The SpoRt Light non significa però che “A Gamba Tesa” andrà in pensione. Difficilmente, credo, rilancerò il blog, mentre resterà attiva, seppur pigramente, la pagina Facebook. Più probabilmente orienterò questa tipologia di interventi su altri media, anche se al momento non sono previste collaborazioni regolari se non quella già in essere con Dario Ronzulli, su Radio Nettuno Bologna Uno, con cui i venerdì alle 11.20 commentiamo gli intrecci fra lo sport e la politica internazionale. (Le puntate vengono ricaricate qualche giorno dopo sul canale YouTube).
Se i temi proposti in questi anni in questa rubrica vi sono piaciuti vi invito a seguire il gruppo WhatsApp “A Gamba Tesa” (Non è invasivo, non arrivano notifiche, mantiene l’anonimato e non prevede nessuna forma di interazione) in cui posterò i miei interventi pubblici e i miei articoli, mentre per restare in contatto ci sono sempre i miei profili personali su Instagram, Twitter e Bluesky.
Duri i banchi e grazie ancora a The SpoRt Light per questa breve ma importante incursione nel giornalismo sportivo italiano.
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Nicola Sbetti insegna all’Università di Bologna. Si occupa di storia dello sport e del rapporto fra sport e politica. Membro del Consiglio direttivo della Società Italiana di Storia dello Sport.